Tecniche di coniazione delle monete – Monetazione Incusa

Monetazione Incusa

La monetazione incusa è la monetazione di alcune città dell’Italia meridionale che presentavano al rovescio, in incluso, un’immagine simile a quella del dritto, spesso semplificata. In numismatica con il termine incluso si indica un elemento (scritta, immagine o altro) che, invece di essere in rilievo, è incavato rispetto al piano della moneta.

 

Storia

Le monete sono state battute nell’Italia meridionale tra il sesto e del V secolo a.C. perlopiù dalle colonie Achee della costa ionica o da colonie di queste. Si tratta perlopiù di stateri d’argento del valore di tre dracme, coniate secondo lo standard Acheo. Dal peso di circa 8 g, leggermente ridotto rispetto allo standard acheo originale di Corinto. Oltre agli stateri ed alle dracme ci sono giunti tetroboli, tribolo ed oboli.Le monete incise sono tra le prime monete coniate in Magna Grecia.

 

Tecnica

Le monete sono battute su tondelli larghe e sottili. Il tipo al dritto e quello al rovescio hanno lo stesso allineamento: il disegno del lato incuso è posto in corrispondenza al disegno dell’altro lato e ciò implica che durante la produzione della moneta i due conii dovevano mantenere la posizione reciproca.

La creazione dei conii  per la produzione del lato incuso È molto più difficoltosa che per il cono del lato in rilievo. L’immagine al rovescio è semplicemente la versione incusa dell’immagine del diritto, ma ci sono spesso delle variazioni. Comunque quale sia stata esattamente la tecnica usata rimane oggetto di ipotesi.

 

Datazione

Non è possibile individuare la data delle prime missioni e né individuare la città che ha dato inizio a questa monetazione. Non è diffusa perché la monetazione incusa sia iniziata contemporaneamente a Sibari, Metaponto e Crotone verso o poco dopo la metà del VI secolo a.C.

Datazione più precisa dovremmo tener presente la distruzione di Sibari dopo la guerra con Crotone nel 510 a.C.

Al momento della distruzione i tondelli che all’inizio erano molto larghi, avevano un diametro solo leggermente ridotto. Questa variazione ci permette di collocare il passaggio da un fondello largo a quello medio, per le altre città, dopo il 510, intorno al 500 a.C.

 

Motivi

Gli studiosi moderni ed antichi hanno avanzato diverse ipotesi. Un’ipotesi diffusa e che questa tecnica di produzione fosse stata usata perché ne favoriva l’impilamento. Ma la pratica ci dimostra che il tentativo di impilare un numero anche piccole di monete non è successo: le monete cascano. D’altronde se ci fosse stata una reale utilità pratica la tecnica si sarebbe diffusa nel resto del mondo greco. Un’altra ipotesi è l’attribuzione di queste monete ad una norma di Pitagora, il filosofo e matematico di Samo che si era stabilito verso il 530 a.C. nella Magna Grecia.

Il padre di Pitagora sarebbe stato un incisore di gemme, attività molto simile all’incisione dei coni, Pitagora si era stabilito a Crotone e poi le vicende politiche lo costrinsero a riparare a Metaponto. Appunto queste città furono quelli che continuarono ad usare questo tipo di tecnica per più tempo fino a verso il 440 a.C., cioè circa cinquant’anni dopo la morte del filosofo (490 a.C.).

Questa ipotesi anche se affascinante, si scontra con la datazione delle monete che sono state cognate sulle rive dello Ionio già vent’anni prima dell’arrivo del filosofo.

Un’altra ipotesi è l’influenza della prima monetazione siceliota. Le prime monete coniate in Sicilia, quelle di Selinus, ricavano infatti un’impronta che rappresentava una foglia di sedano selvatico, la pianta che aveva lo stesso nome della città. Anche questa ipotesi non spiega l’esistenza di questo tipo di monetazione.

Un ulteriore problema esiste, sapere cioè la somiglianza delle monete non sia il riflesso di qualche tipo di alleanza politica.

Anche questo ipotesi non sembra avere delle fondamenta, anche in altre aree ed in altri periodi e nel mondo greco ci sono state produzioni simili di monete senza che questo abbia indicato un qualche tipo di alleanze tra città. Altronde le relazioni tra Crotone sibari scoraggiano questo tipo di interpretazione, anche la presenza di Taranto il Reghion rende molto improbabile l’ipotesi di una qualche forma di alleanza.

L’unica affermazione possibile e che si tratta di un fenomeno locale, che le monete circolano solo nell’Italia meridionale, come confermano i ritrovamenti che, con un’unica eccezione, sono tutti in quest’area.

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