Monetazione Meccanica
Il termine di monetazione meccanica (al torchio o al bilanciere) è usato per descrivere le monete che sono prodotte da una qualche tipo di macchina anziché manualmente battendo con il martello i tondelli metallici fra i due conii oppure per fusione. La prima macchina conosciuta per produrre le monete sembra sia la pressa vite che si ritiene sia stata inventata da Leonardo da Vinci nel XV secolo. Il bilanciere moderno fu inventato nel 1641 da Nicolas Briot e perfezionato da Jean-Pierre Droz.
Le prime monete al torneo prodotte in Inghilterra risalgono ai primi anni 60 del 1500, ma la monetazione al tornio non sostituì completamente la monetazione il martello fino al 1662.
Monetazione Moderna
La monetazione moderna è l’insieme delle emissioni monetarie dell’area moderna. I limiti temporali cambiano secondo gli autori e in parte possono essere da una parte la scoperta delle Americhe dall’altra la rivoluzione francese. Verso la fine del medioevo gli stati italiani, iniziano a battere moneta di nuovo tipo, poiché in precedenza veniva cognata esclusivamente un tipo di moneta: il the nario, risalente alla riforma monetaria carolingia. La necessità degli scambi avevano già portato alcuni Stati coniare a partire dal XIII secolo il denaro grosso, una moneta d’argento di maggior peso e miglior lega. La svolta iniziò con la riforma monetaria-ma anche politica-attuata dall’imperatore Federico I detto il Barbarossa nell’ambito della lotta con i comuni lombardi: fu così coniato un denaro imperiale del valore di due denari milanesi o pavesi. Se riforma fu un vero successo e tra la fine del XII secolo e gli inizi del XIII secolo Venezia iniziò a coniare un grosso-che fu detto anche ducato d’oro o Matapan-d’argento a 965 millesimi del peso di 2,2 g del valore di 26 denari veneziani, nello stesso periodo Genova fece lo stesso con un grosso argenteo a 960 millesimi di 1,5 g circa del valore di quattro denari genovesi. Tutto questo susseguirsi di cambi di riforme monetarie portò all’abbandono del monumentalismo argenteo instauratosi con la riforma monetaria carolingia rivoluzionò le pratiche mercantili dell’epoca. Nella seconda metà del XV secolo iniziano a diffondersi grossi monete d’argento chiamate testoni, per via delle immagini dei regnanti presenti sul diritto delle monete. Grosse monete d’argento furono sempre più diffuse a seguito della scoperta di nuove miniere d’argento del Tirolo I, e poi grazie al metallo reso disponibile con la scoperta dell’America nel 1492. L’introduzione del terzo conio, il collare, e la conseguente zigrinatura dei bordi, la 10ª lizzazione ed altri fenomeni costituiscono il momento di passaggio tra monetazione moderna e monetazione contemporanea.
Monetazione al Torchio (Monetazione Contemporanea)
La monetazione al torchio nasce in epoca contemporanea con la fine del XVIII secolo e si distingue dalla precedente sia per differenti tecniche produttive che per la nascita di nuove unità monetarie. Le zecche progressivamente introducono il torchio nel processo di monetazione portando alla produzione di monete più regolari e tecnicamente omogenee. Vengono introdotte alcune novità come la zigrinatura dei bordi. In Italia, l’ingresso dei francesi nel 1796 segna di fatto il termine del periodo della monetazione moderna e l’inizio della monetazione contemporanea i vari stati creati sull’onda delle dominazioni francesi e napoleoniche nel periodo 1796 1814 adottano progressivamente monetazioni decimali. L’adozione del sistema decimale si estende rapidamente a tutta l’Italia continentale per essere poi in alcuni Stati abbandonato dopo la caduta di Napoleone. Solo l’unità d’Italia porta ad una sua adozione generale. Analoga è la situazione nel resto d’Europa, con la sola eccezione del Regno Unito che opta per il sistema decimale nella monetazione solo nel 1972. La 10ª lizzazione porta anche ad una unificazione dei tagli di moneta circolante che favorisce una certa monotonia nei soggetti rappresentati. La nascita di convenzioni monetarie che regolamentano peso e titolo delle monete degli Stati aderenti estende il fenomeno a numerosi Stati (ad esempio l’unione monetaria latina). Sempre nella seconda metà dell’ottocento, le monete iniziano ad essere prodotte inizialmente in scala maggiore per poi ricavare il punzone per il cono mediante l’utilizzo del pantografo. La maggior precisione nelle tecniche di produzione permette d’altro canto la creazione di moneta è molto più dettagliate e fini. Nel 900, le forti svalutazioni fluttuazioni dei metalli preziosi causate dalla prima guerra mondiale portano alla crisi dei trattati sulle convenzioni monetarie e all’abbandono di uno standard nei pesi e titoli del circolante. Gli Stati Uniti d’America sono l’ultimo paese ad abbandonare la convertibilità nel 1972. Sul piano tecnico degna di nota è l’adozione delle monete bimetalliche a partire dal 1982 in Italia e poi successivamente estesasi al numerosi paesi in tutto il mondo.